Farmaco di Almudena Sánchez è la storia di un’esplosione, del momento in cui la depressione si è stabilita nel corpo dell’autrice, facendo crollare tutte le sue certezze. Farmaco è un libro «per persone tristi con il senso dell’umorismo», scritto da una delle voci più interessanti della sua generazione.
In questo romanzo la scrittrice afferra la sua mente in fuga e vi cerca i perché e i come tra ricordi, strettoie e cavità. Parla dell’infanzia e di sua madre, della giovinezza passata nelle scuole di Maiorca e nei campi della Castiglia, di pasticche arancioni che ti mettono in pausa, e pasticche rosa che ti lanciano nella stratosfera. Ci sono sogni, incubi, desideri e libri, storie per evadere e altre per capire cosa le passava per la testa. Qui la letteratura è balsamo, speranza e salvezza. Il risultato di quest’enorme fatica mentale, è condensato in pagine agili e strazianti, che possono essere lette come sorta di terapia che disseziona il dolore e chiama le cose con il loro nome senza tanti giri di parole, con humor e una buona dose d’ironia.
Magari tutte quelle disperazioni accumulate fossero come gli strati di vestiti che ci leviamo d’inverno. Dall’esterno all’interno: il piumino, poi la sciarpa, i guanti, i paraorecchie, la felpa di pile, i calzini termici. Magari ci si potesse togliere la depressione spogliandosi, timidamente e adagio.
Almudena Sánchez (Andratx, Mallorca, 1985) è giornalista e ha un master in scrittura creativa. La acústica de los iglús (Caballo de Troya, 2016) è stato il suo primo libro di racconti, giunto già all’ottava edizione e pubblicato anche in Argentina (Odelia Editora, 2018) e arrivato finalista al Premio Setenil. Alcuni dei suoi racconti sono stati tradotti in inglese e pubblicati sulla rivista Two Lines. Nel 2013 è stata inclusa in Bajo 30, un’antologia di nuovi narratori spagnoli (Salto de Página) e nel 2019 è stata selezionata tra i dieci migliori scrittori trentenni in Spagna da AECID, insieme ad autori come Cristina Morales o Aroa Moreno. Farmaco (Penguin Random House, 2021) è il suo ultimo romanzo, che racconta della profonda depressione da cui è riuscita a uscire solo grazie alla pazienza e alla chimica.
Farmaco è il titolo numero 14 della nostra collana I Selvaggi
Dicono di Farmaco:
Intervista di Gabriella Cantafio per VanityFair Italia
Cosa vede all’orizzonte?
«Il riconoscimento del valore della salute mentale che, a parer mio, deve rappresentare una delle lotte più importanti. Ho messo da parte paure e tabù per contribuire a rompere questo muro con la mia testimonianza. Dobbiamo scoperchiare il vaso della desolazione, perché nessuna malattia è motivo di vergogna».
Intervista di Agnese Lieggi per Bon Culture
Offri strategie per rafforzare la resilienza nelle persone con la depressione?
«La verità è che non ci sono strategie di fronte alla malattia. Ci sono i medici. C’è l’affetto, la comprensione. In Farmaco mi immergo nel mistero della malattia e lo approfondisco senza alcuna censura. Cerco qualcosa in quel terreno brusco e difficile, come un’esploratrice».
Recensione di Giulia Ceirano su Il Libraio
«La lingua dell’autrice è una lingua veloce, quasi schizofrenica. È una lingua che riproduce con precisione geometrica la centrifuga a velocità massima che turbinava nella sua mente».