A un tempo angelica e demoniaca, la nuova opera di Paolo Sortino dimostra l’equivalenza tra bellezza e follia, tra creazione e distruzione.
Un romanzo? Un memoriale? Forse semplicemente il racconto di una consapevolezza che germoglia. Un’intuizione demoniaca sul vero senso della genetica
quale somma di scelte personali, valutazioni soggettive delle generazioni passate, che hanno condotto al qui e ora, alla nostra nascita e al nostro divenire adulti. Il protagonista si rende cosciente del fatto che la vita e la morte sono l’una il rovesciamento dell’altra. La nascita di una figlia e la morte della madre esprimono sul piano dell’esperienza umana una verità che somiglia molto alle soluzioni matematiche della teoria del caos. Esiste dunque una geometria della vita e della morte, un ordine a cui tutto tende senza essere ammantato di teologia o mistica.
All’incrocio tra un dramma di shakespeare, un film di Béla Tarr e la ferocia di Thomas Bernhard
Paolo Sortino (1982) ha pubblicato i romanzi Elisabeth (Einaudi) e Liberal (il Saggiatore), e i racconti Il casco verde (Minimum Fax) e Londra sfoderata («Granta», a cura di Walter Siti, Rizzoli). È stato per diversi anni redattore e autore testi del programma televisivo «Chi l’ha visto?».