C’è, nell’incontro con l’altro, una paura antica, uno spavento continuamente ricercato e fuggito. Incontri sbagliati, mancati. Incontri fatali, o intravisti.
Baci velenosi. Bambine dai difetti repellenti. Addii dati in maniera fredda e intollerabile. Amori ricambiati in parte e scambiati per eterne maledizioni scolastiche.
Monica Pareschi torna alla narrativa dopo il suo esordio di circa 10 anni fa. Un’opera contundente, corrosiva – ricorda la malizia fantastica di Leonora Carrington e il film Stoker di Park chan-Wook – fondata sui sentimenti più nascosti, sulle piccolezze mostruose, vitree, che tutti noi coviamo mentre amiamo e mentre odiamo.
Una costellazione di racconti adamantini e taglienti, che divaricano l’anima lentamente, come cristalli Swarovski.
Monica Pareschi è autrice di È di vetro quest’aria, Italic Pequod, 2014. Traduce narrativa per le maggioricase editrici italiane. Ha tradotto e curato, tra gli al-tri, Thomas Hardy, Charlotte e Emily Brontë, Shirley Jackson, Doris Lessing, James Ballard, Bernard Malamud, Paul Auster, Nel 2020, per la sua traduzione di Wuthering Heights, ha vinto il Premio InternazionaleVon Rezzori e il Premio Letteraria e, nel 2023, il Premio Fondazione Capalbio per la traduzione di Piccole cose da nulla di Claire Keegan. Insegna traduzione letteraria all’Università Cattolica.
Inverness è il titolo tredici della nostra collana Interzona